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H. de Balzac, Honorine, a cura di Pierluigi Pellini

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H. de Balzac, Honorine, a cura di P. Pellini, traduzione di F. Monciatti. Note al testo e postfazione di Pierluigi Pellini, pp. 173-197 (Note) e pp. 199-244 (Postfazione: Il rovescio oppressivo dell’amore romantico).

(Sellerio, 2019)

Agiscono, nel racconto balzachiano, tre diversi ordini causali, tre diversi livelli di verosimiglianza, che possono orientare in modi divergenti la ricezione del testo. Uno nobiliare, d’ancien régime: gli «scrupoli» di coscienza dell’adultera. Uno fisiologico: la ripulsa sessuale. Uno antropologico-esistenziale. Il primo è esplicito e insoddisfacente. Gli altri due si celano nelle pieghe del testo, sono sprigionati dal «genio del sottinteso»; e se il secondo è (diciamo così) socialmente represso ma scientificamente plausibile per l’episteme ottocentesca, il vero senso più profondamente occultato è il terzo: più dell’autonoma ripulsa dei corpi, è indicibile, per il secolo romantico e manicheo del melodramma, la negatività del bene, il rovescio sadicamente possessivo di un’appassionata abnegazione, di una nobile bontà.