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27 lug 2023

Call for Papers delle riviste “Between” e “Comparatismi”

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– Call for Papers delle riviste “Between” e “Comparatismi” –

“Between” XV, 28 (November 2024)
La dimensione pubblica dell’abitare
Call No. 9 di “Comparatismi” (2024)
La dimensione privata dell’abitare

 

Inaugurando una pratica che intende giovare alla ricerca e alla riflessione disciplinari, le riviste Between Comparatismi, di comune accordo, hanno deciso di lanciare una call dalle caratteristiche comuni ma al contempo differenziata in base alle pregresse esperienze singolarmente maturate.

Studiose e studiosi sono dunque invitate/i a rispondervi numerose/i secondo le loro preferenze.

 

“Between” XV, 28 (novembre 2024)

La dimensione pubblica dell’abitare

https://ojs.unica.it/index.php/between/announcement/view/116 

 

«Lo spazio colto dall’immaginazione non può restare lo spazio indifferente, lasciato alla misura ed alla riflessione del geometra: esso è vissuto e lo è non solo nella sua possibilità ma con tutte le parzialità dell’immaginazione» (Gaston Bachelard, La poétique de l’espace, 1957).

Il numero in preparazione intende concentrarsi sull’abitare come pratica, esperienza di spazio vissuto raccontata dalla letteratura, dalle arti e dai media. Ne consegue un’attenzione particolare verso gli attraversamenti significativi di tali spazi abitati, gli incontri, le relazioni che vi si stringono e le conoscenze che vi prendono forma.

Le proposte dovranno riguardare la dimensione pubblica dell’abitare – temporaneo o viceversa continuato –, che si realizza in spazi istituzionali, sociali o culturali privilegiati dalle rappresentazioni letterarie e artistiche, o al contrario scarsamente battuti, inediti, impensati.

Per limitarci a un esempio, la compresenza di spazi dell’abitare pubblico fortemente differenziati, nelle narrazioni brevi di Alice Munro, di carattere topico o d’eccezione, può consentire un raffronto istruttivo: alla casa di riposo, spazio del fine vita che racchiude idealmente le sorti dell’intera Hanratty, cittadina d’origine di Rose, la protagonista delle storie di Who Do You Think You Are? (1978), o, ancora, al grigiore dell’ospedale di Toronto dove attende un intervento decisivo il padre di Janet, protagonista del racconto eponimo (1978) di The Moons of Jupiter (1982), si affianca e si contrappone il mirifico planetario, dove la stessa Janet trova rifugio e ispirazione, riportando con sé, dalla visita, nozioni di astronomia da condividere con il genitore, nella stanza in cui è ricoverato.

Ma si tratta, come è ben intuibile, di una relazione significante fra l’individuo e gli ambienti pubblici di lunga durata, che abbraccia, potenzialmente, la modernità tutta, senza peraltro escludere ipotesi di lettura riferite a epoche precedenti.

Cronotopi o luoghi emblematici della modernità come caffè, biblioteche e librerie, musei, eterotopie quali collegi e pensionati, prigioni, nosocomi e sanatori, e inoltre atelier, officine e palestre – l’elenco è in sé, chiaramente, solo parziale –, possono ricoprire anche solo in maniera personale, metaforica, alternativa, occasionale o ironica, il significato di ‘casa’, descrivendo comunque un’intensa relazione dell’individuo che vi soggiorna, e differenziandosi così, in modo dirimente, da un significato di mero attraversamento o rapido percorrimento, alla base, per esempio, della nostra esperienza dei nonluoghi contemporanei.

Le proposte di lettura testuale si soffermeranno – in linea, in questo, con le suggestioni bachelardiane dalle quali abbiamo preso le mosse – su forme di relazione, emozioni e investimenti immaginativi del singolo, vale a dire sui diversi stili e significati dell’abitare, riflessi nella vita e nelle interazioni in pubblico.

Si invitano gli autori a consultare la bibliografia sintetica in fondo al documento.

Le persone interessate sono invitate a contattare i curatori prima di inviare i loro contributi se desiderano informazioni più precise o se hanno dubbi sulla pertinenza della loro proposta.

Entro il 15 maggio 2024 gli articoli pronti per la pubblicazione (di lunghezza non superiore alle 40.000 battute spazi inclusi, impaginati su Template e accompagnati da abstract e metadati in italiano e inglese) devono essere inviati alla rivista seguendo le istruzioni disponibili sul sito di Between, alla pagina Submissions. Gli articoli definitivamente accettati saranno pubblicati il 30 novembre 2024.

Si accettano contributi in italiano, inglese e francese o in una versione bilingue. Le proposte in una lingua diversa dall’italiano o in una versione bilingue (di cui una in inglese o francese) sono apprezzate e incoraggiate, soprattutto per i paper relativi ad autori stranieri.

Il numero è a cura di Clotilde Bertoni, Massimo Fusillo, Giulio Iacoli, Marina Guglielmi, Niccolò Scaffai.

Per informazioni, scrivere a clotilde.bertoni@unipa.itmassimo.fusillo@gmail.comgiulio.iacoli@unipr.itmarinaguglielmi@unica.itniccolo.scaffai@unisi.it, oppure a between@unica.it

 

Call n. 9 di “Comparatismi” (2024)

La dimensione privata dell’abitare

https://www.ledijournals.com/ojs/index.php/comparatismi/announcement/view/55

Abitare un luogo costituisce una pratica umana che risponde a bisogni atavici, ma è stato il Romanticismo tedesco a introdurre nella riflessione filosofica il tema del “prendere dimora” come destino dell’essere umano, il compimento di un processo di intima adesione alla realtà: il verbo latino habitare è infatti ambivalente, in quanto si riferisce simultaneamente alle azioni del “valere” e del “possedere”, veicolando un’idea di proprietà e appartenenza. L’abitare si delinea dunque come il simbolo di una pratica di appropriazione personale attraverso la quale i soggetti tentano di rispondere all’ancestrale bisogno di esserci e riconoscersi. Detto con le parole inglesi, home è questa pratica di prendere dimora nel mondo per darsi un’identità, in correlazione con il campo semantico della familiarità e della piacevolezza, mentre house rappresenta una struttura abitativa impersonale.

Già negli anni Venti del Novecento Martin Heidegger definiva la casa come il luogo privilegiato del nostro destino, un’unità di senso irriducibile alle “quattro mura” fisiche che costituiscono un edificio, e similmente in La Poétique de l’espace Gaston Bachelard identificava nelle dimore provate il luogo privilegiato della memoria e dell’identità individuale: tutto ciò che ci rappresenta pubblicamente starebbe in bella vista nel living, i nostri desideri più censurati nella cantina, i ricordi della nostra infanzia nei granai. Insomma, le case assumono i lineamenti, come dire, di un carapace in grado di contenere e difendere dall’oblio le esperienze psichiche del soggetto.

Ora, il nostro corpo non si trova solamente nello spazio ma lo abita, nel senso che lo assume organicamente all’interno della propria esperienza di vita: è questa la ragione per cui a ciascuna area residenziale viene assegnata una particolare funzione e una specifica etichetta semantica a partire dall’attività che noi vi svolgiamo, o meglio a partire dal significato che tale attività assume per il soggetto che la svolge. Dopo la fase ottocentesca della frammentazione degli interni abitativi in classi funzionali e ergonomiche, solo oggi stiamo riscoprendo un modo di pensare le dimore attraverso le emozioni che esse suggeriscono, nel modo stesso in cui Edgar Allan Poe l’aveva teorizzato nella sua straordinaria, avveniristica Philosophy of Furniture (1850).

Al tempo stesso l’abitare costituisce un’esperienza che non si attua solamente all’interno di determinati spazi ma comporta l’adozione di specifiche coordinate temporali: il tempo dell’abitare è un eterno presente nel quale ciascun individuo è chiamato a costruire la propria identità a partire sia da ricordi autobiografici che da aspettative future, così da esigere che quello stesso tempo venga rappresentato anche “spazialmente” (con esplicite aperture al tema del genius loci)”.

In questa continua interazione di coordinate spaziali e temporali, di significati identitari e bisogni ancestrali, alcune costanti morfologiche sembrano influenzare la comprensione della dimora privata, a partire dalla cruciale distinzione topologica dentro-fuori. La possibilità di differenziare un’area interna da un’area esterna sembra infatti avere un ruolo semantico peculiare in quanto consente ai soggetti di distinguere uno spazio chiuso – protetto e governato da leggi proprie e dalla claustrofilia – dallo spazio esterno del mondo circostante, spesso sconosciuto e percepito come un problema da gestire (claustrofobia).

 

Il n. 9 di “Comparatismi” è dedicato a una grammatica dell’abitabilità privata in riferimento a testi letterari, testimonianze reali e opere transmediali senza limiti storici e geografici: a titolo puramente esemplificativo si possono prendere in considerazione le dimore “autoriali” come metonimie testuali (ad es. Strawberry Hill di Horace W. Walpole, lo Château de Monte-Cristo di Alexandre Dumas père, il Vittoriale di Gabriele d’Annunzio, Palazzo Primoli di Mario Praz, ecc.), le case come cronotopi e incubatori di intrecci (ad es. la casa “difensiva” di Oblomov nel romanzo eponimo di Ivan Goncarov, l’immobile sito finzionalmente a Parigi in 11, rue Simon-Crybellier di La Vie mode d’emploi di Georges Perec, Palazzo Yacoubian di Ala al-Aswani ecc.), le dimore come memoria transgenerazionale (il palazzo dei Buddenbrook a Lubecca) o round characters dotati di passato e orientamenti identitari (l’Overlook Hotel immaginato da Stephen King in Shining e video-narrato da Stanley Kubrick, la Casa degli spiriti di Isabel Allende ecc.), gli spazi abitativi come neuro-marcatori (si pensi al grattacielo iperspaziale che svetta in High Rise di J.B.Ballard) o luoghi di reclusione in grado di potenziare l’immaginazione (la Torre Farnese della Chartreuse). Anche l’aspetto teorico sarà ben accetto, prendendo in considerazione gli effetti sociali, neurocognitivi, emozionali, comportamentali e rappresentazionali coinvolti nella dimensione privata dell’abitare. Comparatismi” vuole accogliere i possibili contributi nella loro varietà, rispettando il pluralismo che caratterizza il dibattito contemporaneo.

Le proposte di articoli (complete di nome, dipartimento, email, università di appartenenza, titolo e abstract) devono essere inviate entro il I ottobre 2023 seguendo le indicazioni disponibili sul sito di “Comparatismi” (si veda la pagina “Invia una submission”). Entro il I novembre 2023 i proponenti riceveranno una risposta (positiva o negativa) da parte della Redazione. Entro il I giugno 2024 gli articoli dovranno essere consegnati nella loro versione definitiva. Gli articoli definitivamente accettati saranno pubblicati entro il 30 novembre 2024. Sono apprezzate e incoraggiate proposte in lingue diverse dall’italiano (preferibilmente, in inglese; in alternativa, in francese).

La call è a cura di Stefano Calabrese e Giampiero Moretti.

Per informazioni, scrivere a Filippo Pennacchio (filippo.pennacchio@gmail.com).

 

 

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Bibliografia sintetica per Spazi pubblici / Spazi privati dell’abitare:

Anselmi G. M., Ruozzi G. (a cura di) (2003). Luoghi della letteratura italiana, Bruno Mondadori · Bachelard G. [1957] (1975). La poetica dello spazio, Dedalo · Bauer D., Kelly M. J. (2019). The Imagery of Interior Spaces, Punctum Books · Bruno G. [2006] (2015). Atlante delle emozioni. In viaggio tra arte, architettura e cinema, Bruno Mondadori · Calabrese S. (2020). Neuronarrazioni, Editrice Bibliografica · Cantatore L. (2015) Parva sed apta mihi. Studi sul paesaggio domestico nella letteratura per l’infanzia del XIX secolo, ETS · Capurro R. (1997) Bauen Als Denkaufgabe : Text Eines Vortrags … 30. November 1995 Am Institut Für Grundlagen Der Gestaltung Lehrstuhl Für Grundlagen Der Architektur Der Universität Karlsruhe, Univ. Karlsruhe (TH), Inst. F. Grundlagen der Gestaltung · Cavicchioli S. (2002). I sensi, lo spazio, gli umori e altri saggi, Bompiani · Costa M. (2016). Psicologia ambientale e architettonica. Come l’ambiente e l’architettura influenzano la mente e il comportamento, Franco Angeli · Crouch, D. (a cura di) (1999). Leisure/Tourism Geographies: Practices and Geographical Knowledge, Routledge · Dance A. (2017). Science and Culture: The brain within buildings. Proceedings of the National Academy of Sciences, 114(5), pp. 785-787 · Dillon M. R. (2021). Rooms without walls: Young children draw objects but not layouts. Journal of Experimental Psychology: General150(6), pp. 1071-1080 · Donati R. (2016). Critica della trasparenza, Rosenberg & Sellier · Filighera T., Micalizzi A. (2018). Psicologia dell’abitare. Marketing, architettura e neuroscienze per lo sviluppo di nuovi modelli abitativi, Franco Angeli · Fludernik M. (2014). Description and perspective: The representation of interiors. Style48(4), pp. 461-478 · Fludernik M., Keen S. (2014). Introduction: Narrative Perspectives and Interior Spaces in Literature Before 1850. Style, 48(4), 453-460 · Giannitrapani A. (2013). Introduzione alla semiotica dello spazio, Carocci · Hammad M. (2003). Leggere lo spazio, comprendere l’architettura, Meltemi · Hamon Ph. [1989] (1995). Esposizioni. Letteratura e architettura nel XIX secolo, Clueb · Hasse J. (2008). Die Stadt als Wohnraum, Alberverlag · Hasse J. (2017). Wege der Wohn-Forschung, Springer · Helleman G., Wassenberg F. (2004). The renewal of what was tomorrow’s idealistic city. Amsterdam’s Bijlmermeer high-rise. Cities, 21(1), pp. 3-17 · Innocenti L. (a cura di) (1995). Scene, itinerari, dimore. Lo spazio nella narrativa del ’700, Bulzoni · Johnson M. J. (2022). Il significato incarnato dell’architettura in Robinson S., Pallasmaa J. (a cura di), La mente in architettura. Neuroscienze, incarnazione e il futuro del design, Firenze University Press · Kukla Quill R. (2012). City Living: How Urban Spaces and Urban Dwellers Make One Another, Oxford University Press · Lefebvre H. [1968] (2014). Il diritto alla città, Ombre corte · Lipsedge K. (2012). Domestic space in eighteenth-century British novels, Springer · Lopatko E. (2022).Bust the Roof off Everything: Private Space and Social Life in Modernist Literature, University of California · Moretti F. (2019). Un paese lontano. Cinque lezioni sulla cultura americana, Einaudi · Perrot M. (2003). Gli spazi del privato in Moretti F. (a cura di), Il romanzo. Temi, luoghi, eroi, vol. IV, Einaudi · Pedone S., Tedeschini M. (a cura di) (2014). Abitare. Sensibilia, 8. Perrot M. (2011). Storia delle camere, trad. it., Sellerio · Richardson P. (2017). House of Fiction: From Pemberley to Brideshead, Great British Houses in Literature and Life, Unbound Publishing · Ruffel L. (2014). The Public Spaces of Contemporary Literature. Qui parle, XXII (2), pp. 101-122 · Santana-Acuña Á. (2019). Interior Spaces in Literature: A Sociological and Historical Perspective in Bauer D., Kelly M. J. (a cura di), The Imagery of Interior Spaces, Punctum Books, pp. 219-236 · Schulz C.N. (1979). Genius Loci. Paesaggio Ambiente Architettura, Electa. Schweighauser Ph. (2006). The Noises of American Literature, 1890-1985. Toward a History of Literary Acoustics, University Press of Florida · Vasilyeva M., Lourenco S. F. (2012). Development of spatial cognition. Wiley Interdisciplinary Reviews: Cognitive Science, 3(3), pp. 349-364 · Vitta M. (2020). Dell’abitare. Corpi, spazi, oggetti, immagini, Einaudi · Winter S., Ackermann K. (a cura di) (2014). Spazio domestico e spazio quotidiano nella letteratura e nel cinema dall’Ottocento a oggi. Franco Cesati · Zago G., Callegari C., & Campagnaro M. (a cura di) (2019). La casa. Figure, modelli e visioni nella Letteratura per l’infanzia dal Novecento ad oggi, Pensa multimedia.

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